A mio giudizio una tra le opere di Manfredi meglio riuscite. Attraente trama che si dipana tra Roma negli anni '30 e il Nord Africa. Non propriamente un romanzo storico, piutosto un romanzo "fuori dalla storia". Piacevole il delicato gusto "levantino", arabeggiante tra Petra e i limiti estremi del Sahara. Non sembra annoiare mai, anzi, Manfredi mantiene spesso una narrazione precisa, piacevole e con le giuste variazioni di timbro e di velocità. Si legge con facilità e gusto anche da parte di chi non è uso a certe narrazioni. Veramente bello, lo consiglierei come prima lettura a chi vuole avvicinarsi alle opere di Manfredi. Mauro Miniussi.
Il primo romanzo di una certa popolarità pubblicato da Manfredi. Come tutte le opere prime, sconta l'entusiasmo e il desiderio di renderla interessante semplicemente rendendo la trama più complessa. Ne viene fuori un romanzo un po' frammentario, la trama alle volte si perde e si ritrova molte pagine più avanti. Alcune figure presenti nella narrazione non si capisce bene che collocazione abbiano ed alla fine il lettore rimane con più di un punto interrogativo. Avventura archeo-politica tra il thriller ed il noir. Dovessi fare una selezione per una Bibliografia di Manfredi, tutto sommato, Palladion lo lascerei fuori. Mauro Miniussi.
Riuscire a dare un opinione su un'opera di Manfredi risulta sempre un po' arduo. Sembra quasi coesistano componenti diverse nello stesso autore che alternativamente prendono il sopravvento, spostando il tenore dell'opera dal romanzo rigorosamente storico a quello d'avventura. Per quanto riguarda la componente storica nulla si può eccepire ad uno studioso così documentato. Però alle volte, e soprattutto verso la fase conclusiva del romanzo, l'autore cerca di dare una sferzata di azione all'opera con il rischio di renderla superficiale, approssimativa e poco rigorosa. L'idea all'origine de "L'impero dei draghi" è affascinante: un manipolo di legionari romani prigionieri che, una volta liberati, per le più strane casualità vengono spediti nel cuore della Cina. La prima parte del viaggio è avvincente e ci dona un bellissimo quadro del Medio Oriente e dell'India del periodo. Una volta varcati i confini dell'impero cinese, l'autore tende a sopravvalutare la componente "d'azione", forse per ricreare un maggior movimento, e la trama stessa dell'opera sembra perdere di spessore. Finale con il fiatone ed un po' scontato, anche se il ricongiungimento con i discendenti della mitica Legione Perduta di Crasso riesce a riportare l'opera un po' più sulla traccia del romanzo storico. Mauro Miniussi.
Guido Cervo è senz'altro uno dei nostri migliori autori di narrativa storica. Lui stesso, quale appassionato di storia classica, sostiene che "scrive i libri che avrebbe voluto leggere". E' difficile dargli torto. In tutte le sue opere, e anche in questo splendido "viaggio" nell'Africa di duemila anni fa, si rifà a vicende reali e le sviluppa ed integra seguendo rigorosi approfondimenti storici. Risalire il Nilo al tempo di Nerone alla ricerca delle sue mitiche fonti, non è cosa da poco, soprattutto se bisogna confrontarsi e scontrarsi con le più incredibili popolazioni e tribù che si oppongono allo sparuto gruppo di Romani. E non è facile neppure da immaginare e narrare. E' impossibile sostenere che quello che racconta non possa effettivamente essersi svolto proprio in tal modo. La sua maggiore abilità è quella di riuscire a dare al lettore una sensazione "visiva" dello svolgersi del racconto, tanto precisa è la narrazione la quale scende anche nei particolari più piccoli. Il lettore si sente immedesimato nello svolgersi della trama. Di conseguenza non è un libro leggero ma richiede sia una certa predisposizione alla narrativa storica che alcune conoscenze di base sul periodo che si va a trattare. Se amate l'avventura e la storia antica nonché avete un po' di tempo ed attenzione da dedicare, "L'aquila sul Nilo" non vi deluderà. Mauro Miniussi
Lo stile di Dan Brown c'è tutto, anche se, come prima opera di un certo successo, pecca di inesperienza e di una certa ansia di dare al lettore sempre nuovi colpi di scena. Lo svolgimento della trama, in fondo, è un po' scontata ed i personaggi sembrano in parte creati a misura della narrazione. Finale con suspense crescente e colpo di scena conclusivo. Tutto, in fondo, già visto. Sinceramente sembra più ben svolto e strutturato il successivo "La verità del ghiaccio" che in parte riprendere molti dei caratteri di Crypto. Non pretendiamo nulla di più da una lettura buona per svagarci un po' e rilassarci. Mauro Miniussi
Buon saggio storico. Equilibrato e di facile lettura. Necessita in ogni caso di una conoscenza storica di base per poter apprezzare lo svolgimento degli accadimenti narrati. Mauro Miniussi
Epico. Maestoso. Un saggio storico che si legge d'un fiato come fosse un romanzo. Un grande Reston, forse nella sua opera meglio riuscita, ci propone con un tratto preciso, una narrazione puntuale ma mai prolissa o noiosa, l'epopea delle gesta di otto secoli addietro come se fossero attuali.Le parti in campo sono descritte con precisione sondando anche i lati nascosti o volutamente tralasciati di due personaggi che hanno lasciato un mondo profondamente diverso attraverso le loro gesta. Equilibrato ma rigoroso, l'autore ci conduce a perdifiato dal cuore della Bretagna, per Messina e Cipro, fino ad Acri, Tiro, Giaffa. Fino al momento fatale di fronte alle mura sacre di Gerusalemme, ove i destini dei due Cavalieri si incrociano indissolubilmente: i giochi sono fatti, tutto il resto è Epopea.Reston non delude mai: un capolavoro. Impossibile non aver questo libro nella propria bibliografia. Mauro Miniussi.
Attila è descritto come un sovrano illuminato di un mondo in cui i Romani sono i barbari discendenti di un impero in declino. Magnanimo e corretto, scaltro ma giusto, severo ma compassionevole. Si circonda di figure colte e regge con saggezza un popolo di scarse risorse ma di grande umanità e fulgido futuro. Non venne travolto ai Campi Catalaunici, si ritirò, con grande lungimiranza. Non sterminò i popoli che incontrava sul suo cammino, li rese partecipi del suo grande progetto di una Grande Europa. Aquileia? Solo un lieve inconveniente nel suo glorioso cammino.Praticamente un falso storico dall'inizio alla fine. Pessima narrazione: alcune pagine sono ricopiate a piè pari alcuni capitoli dopo. Non cita con cognizione nè aggiunge un solo dato storico, una singola analisi. Probabilmente non si è neppure documentato.Forse il peggior saggio storico che abbia mai letto. Il termine "orrendo" non rende abbastanza giustizia a questo zibaldone degno di una Fantasy di bassa lega.Il libro non vale una visita alla biblioteca. Mauro Miniussi
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La torre della solitudine / Valerio Massimo Manfredi
A mio giudizio una tra le opere di Manfredi meglio riuscite. Attraente trama che si dipana tra Roma negli anni '30 e il Nord Africa. Non propriamente un romanzo storico, piutosto un romanzo "fuori dalla storia". Piacevole il delicato gusto "levantino", arabeggiante tra Petra e i limiti estremi del Sahara. Non sembra annoiare mai, anzi, Manfredi mantiene spesso una narrazione precisa, piacevole e con le giuste variazioni di timbro e di velocità. Si legge con facilità e gusto anche da parte di chi non è uso a certe narrazioni. Veramente bello, lo consiglierei come prima lettura a chi vuole avvicinarsi alle opere di Manfredi. Mauro Miniussi.
Palladion / Valerio M. Manfredi
Il primo romanzo di una certa popolarità pubblicato da Manfredi. Come tutte le opere prime, sconta l'entusiasmo e il desiderio di renderla interessante semplicemente rendendo la trama più complessa. Ne viene fuori un romanzo un po' frammentario, la trama alle volte si perde e si ritrova molte pagine più avanti. Alcune figure presenti nella narrazione non si capisce bene che collocazione abbiano ed alla fine il lettore rimane con più di un punto interrogativo. Avventura archeo-politica tra il thriller ed il noir. Dovessi fare una selezione per una Bibliografia di Manfredi, tutto sommato, Palladion lo lascerei fuori. Mauro Miniussi.
L' impero dei draghi / Valerio Massimo Manfredi
Riuscire a dare un opinione su un'opera di Manfredi risulta sempre un po' arduo. Sembra quasi coesistano componenti diverse nello stesso autore che alternativamente prendono il sopravvento, spostando il tenore dell'opera dal romanzo rigorosamente storico a quello d'avventura. Per quanto riguarda la componente storica nulla si può eccepire ad uno studioso così documentato. Però alle volte, e soprattutto verso la fase conclusiva del romanzo, l'autore cerca di dare una sferzata di azione all'opera con il rischio di renderla superficiale, approssimativa e poco rigorosa. L'idea all'origine de "L'impero dei draghi" è affascinante: un manipolo di legionari romani prigionieri che, una volta liberati, per le più strane casualità vengono spediti nel cuore della Cina. La prima parte del viaggio è avvincente e ci dona un bellissimo quadro del Medio Oriente e dell'India del periodo. Una volta varcati i confini dell'impero cinese, l'autore tende a sopravvalutare la componente "d'azione", forse per ricreare un maggior movimento, e la trama stessa dell'opera sembra perdere di spessore. Finale con il fiatone ed un po' scontato, anche se il ricongiungimento con i discendenti della mitica Legione Perduta di Crasso riesce a riportare l'opera un po' più sulla traccia del romanzo storico. Mauro Miniussi.
L' aquila sul Nilo / Guido Cervo
Guido Cervo è senz'altro uno dei nostri migliori autori di narrativa storica. Lui stesso, quale appassionato di storia classica, sostiene che "scrive i libri che avrebbe voluto leggere". E' difficile dargli torto. In tutte le sue opere, e anche in questo splendido "viaggio" nell'Africa di duemila anni fa, si rifà a vicende reali e le sviluppa ed integra seguendo rigorosi approfondimenti storici. Risalire il Nilo al tempo di Nerone alla ricerca delle sue mitiche fonti, non è cosa da poco, soprattutto se bisogna confrontarsi e scontrarsi con le più incredibili popolazioni e tribù che si oppongono allo sparuto gruppo di Romani. E non è facile neppure da immaginare e narrare. E' impossibile sostenere che quello che racconta non possa effettivamente essersi svolto proprio in tal modo. La sua maggiore abilità è quella di riuscire a dare al lettore una sensazione "visiva" dello svolgersi del racconto, tanto precisa è la narrazione la quale scende anche nei particolari più piccoli. Il lettore si sente immedesimato nello svolgersi della trama. Di conseguenza non è un libro leggero ma richiede sia una certa predisposizione alla narrativa storica che alcune conoscenze di base sul periodo che si va a trattare. Se amate l'avventura e la storia antica nonché avete un po' di tempo ed attenzione da dedicare, "L'aquila sul Nilo" non vi deluderà. Mauro Miniussi
Crypto / Dan Brown ; traduzione di Paola Frezza Pavese
Lo stile di Dan Brown c'è tutto, anche se, come prima opera di un certo successo, pecca di inesperienza e di una certa ansia di dare al lettore sempre nuovi colpi di scena. Lo svolgimento della trama, in fondo, è un po' scontata ed i personaggi sembrano in parte creati a misura della narrazione. Finale con suspense crescente e colpo di scena conclusivo. Tutto, in fondo, già visto. Sinceramente sembra più ben svolto e strutturato il successivo "La verità del ghiaccio" che in parte riprendere molti dei caratteri di Crypto. Non pretendiamo nulla di più da una lettura buona per svagarci un po' e rilassarci. Mauro Miniussi
Il tramonto della mezzaluna / Alberto Rosselli
Buon saggio storico. Equilibrato e di facile lettura. Necessita in ogni caso di una conoscenza storica di base per poter apprezzare lo svolgimento degli accadimenti narrati. Mauro Miniussi
Storia della terza crociata / James Reston
Epico. Maestoso. Un saggio storico che si legge d'un fiato come fosse un romanzo. Un grande Reston, forse nella sua opera meglio riuscita, ci propone con un tratto preciso, una narrazione puntuale ma mai prolissa o noiosa, l'epopea delle gesta di otto secoli addietro come se fossero attuali.Le parti in campo sono descritte con precisione sondando anche i lati nascosti o volutamente tralasciati di due personaggi che hanno lasciato un mondo profondamente diverso attraverso le loro gesta. Equilibrato ma rigoroso, l'autore ci conduce a perdifiato dal cuore della Bretagna, per Messina e Cipro, fino ad Acri, Tiro, Giaffa. Fino al momento fatale di fronte alle mura sacre di Gerusalemme, ove i destini dei due Cavalieri si incrociano indissolubilmente: i giochi sono fatti, tutto il resto è Epopea.Reston non delude mai: un capolavoro. Impossibile non aver questo libro nella propria bibliografia. Mauro Miniussi.
Attila re degli Unni / Patrick Howarth
Attila è descritto come un sovrano illuminato di un mondo in cui i Romani sono i barbari discendenti di un impero in declino. Magnanimo e corretto, scaltro ma giusto, severo ma compassionevole. Si circonda di figure colte e regge con saggezza un popolo di scarse risorse ma di grande umanità e fulgido futuro. Non venne travolto ai Campi Catalaunici, si ritirò, con grande lungimiranza. Non sterminò i popoli che incontrava sul suo cammino, li rese partecipi del suo grande progetto di una Grande Europa. Aquileia? Solo un lieve inconveniente nel suo glorioso cammino.Praticamente un falso storico dall'inizio alla fine. Pessima narrazione: alcune pagine sono ricopiate a piè pari alcuni capitoli dopo. Non cita con cognizione nè aggiunge un solo dato storico, una singola analisi. Probabilmente non si è neppure documentato.Forse il peggior saggio storico che abbia mai letto. Il termine "orrendo" non rende abbastanza giustizia a questo zibaldone degno di una Fantasy di bassa lega.Il libro non vale una visita alla biblioteca. Mauro Miniussi