Abstract: Finora la storiografia aveva preferito esaminare settorialmente le vicissitudini di una guerra non sentita, quale quella condotta dagli italiani sul fronte balcanico. In questo volume, invece, viene esaminato l'intero ciclo delle operazioni, dopo un approfondimento durato anni e che ha tenuto conto di tutte le testimonianze e gli scritti di parte sia jugoslava sia tedesca oltre che, naturalmente, delle ultime pubblicazioni uscite a cura dell'Ufficio storico dello Stato Maggiore dell'Esercito (Roma). Partendo dalle origini di un conflitto sempre latente fra le varie popolazioni che compongono il variegato mosaico dell'attuale Jugoslavia, definendo con precisione quelle che erano le già visibili linee di «frattura» all'indomani della fine dell'Impero austro-ungarico, l'autore passa a esaminare il decisivo appoggio dato dal governo Mussolini alla politica nazionalistica croata fino alla costituzione di uno Stato indipendente, in apparenza soggetto all'autorità italiana, in realtà guidato autonomamente dal Poglavnik (duce) croato Ante Pavelic. L'invasione della Jugoslavia, che venne di fatto messa in atto dalle truppe tedesche nel 1941 avvalendosi dell'apparente neutralità di Romania e Bulgaria, portò i latenti conflitti etnico-religiosi a uno stato di esasperazione con effetti devastanti sul piano dell'economia e del territorio, e con crudeltà senza nome soprattutto nei confronti di serbi, ebrei e zingari. Ancora oggi non è possibile, infatti, pronunciare senza rabbrividire il nome del campo di Jasenovac dove l'orrore giunse a livelli inimmaginabili. L'autore mette poi chiaramente in luce l'apporto dei cosiddetti cetnici che, protetti in gran parte dalle truppe italiane, combatterono a fianco di queste fino all'armistizio chiesto e ottenuto dall'Italia. La sorte dei cetnici - monarchici e quindi soli a combattere una partita disperata (avendo tutti contro di sé) - è esaminata in queste pagine per la prima volta alla luce delle più recenti acquisizioni storico-documentarie. Così, grazie all'apporto del CDJC e dell'istituto Yad Vashem di Gerusalemme, è esplicitamente riconosciuto il sollecito intervento italiano a tutela della popolazione ebraica compresa nella loro zona di influenza finchè questo fu possibile, e cioè fino al virtuale dissolvimento dell'esercito italiano in quei luoghi. Proprio su questo punto e sulla sibillina - e pressoché sconosciuta ai più - Memoria 44, Gino Bambara si sofferma a lungo, allegando numerosi documenti che da soli dimostrano lo stato di estrema confusione in cui, già dopo il 25 luglio, vennero a trovarsi i comandi e le unità italiane.
Titolo e contributi: La guerra di liberazione nazionale in Jugoslavia : 1941-1943 / Gino Bambara
Pubblicazione: Milano : Mursia, c1988
Descrizione fisica: 340 p., [8] c. di tav. : ill. ; 21 cm
Serie: Testimonianze fra cronaca e storia [Mursia] ; 147
Data:1988
Lingua: Italiano (lingua del testo, colonna sonora, ecc.)
Paese: Italia
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Gradisca d'Isonzo | 949.7/BAM GRS | 4-9798 | Su scaffale | Disponibile |
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