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Casale Monferrato ; Piemme, 1997
25 luglio 2008 alle 01:45
Attila è descritto come un sovrano illuminato di un mondo in cui i Romani sono i barbari discendenti di un impero in declino. Magnanimo e corretto, scaltro ma giusto, severo ma compassionevole. Si circonda di figure colte e regge con saggezza un popolo di scarse risorse ma di grande umanità e fulgido futuro. Non venne travolto ai Campi Catalaunici, si ritirò, con grande lungimiranza. Non sterminò i popoli che incontrava sul suo cammino, li rese partecipi del suo grande progetto di una Grande Europa. Aquileia? Solo un lieve inconveniente nel suo glorioso cammino.Praticamente un falso storico dall'inizio alla fine. Pessima narrazione: alcune pagine sono ricopiate a piè pari alcuni capitoli dopo. Non cita con cognizione nè aggiunge un solo dato storico, una singola analisi. Probabilmente non si è neppure documentato.Forse il peggior saggio storico che abbia mai letto. Il termine "orrendo" non rende abbastanza giustizia a questo zibaldone degno di una Fantasy di bassa lega.Il libro non vale una visita alla biblioteca. Mauro Miniussi
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