Works
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Libri Moderni

Trevisan, Vitaliano

Works

Abstract: Con una scrittura originale come un classico pezzo di jazz, che ne ha fatto uno degli autori italiani piú importanti della sua generazione, in questo romanzo autobiografico Vitaliano Trevisan racconta il lavoro nel luogo in cui è una religione, il Nordest, dagli anni Settanta fino agli anni Zero. E attraverso questa lente scandaglia non solo le mutazioni del nostro Paese, ma la sua stessa vita: il fallimento dell'amore, i meccanismi di potere nascosti in qualunque relazione, la storia della propria e di ogni famiglia, che è sempre «una storia di soldi». «Perché trovo sempre un lavoro?, mi dicevo, Perché non mi lasciano andare alla deriva in pace? Diventare un barbone. Una delle possibilità che contemplavo. Che contemplo tuttora. Poi non ho coraggio. Mi viene in mente mio padre, il poliziotto Arturo, e la sua divisa, sempre impeccabile; e mio nonno, la dignità con cui indossava il suo vestito da festa. Assurdità che sempre mi ritornano. L'origine è un vestito che uno non smette mai». La condanna tutta umana al lavoro inizia per Vitaliano Trevisan a quindici anni, quando una sera a cena chiede al padre una bicicletta nuova, da maschio, perché girare con quella della sorella maggiore significa essere preso in giro dai compagni. Per tutta risposta, il padre lo porta nell'officina di un amico che stampa lamiere per abbeveratoi da uccelli: «Cosí capisci da dove viene», gli dice, alludendo al denaro. Inizia per l'autore una «carriera» che è un succedersi di false partenze: dal manovale al costruttore di barche a vela, dal cameriere al geometra, dal disoccupato al gelataio in Germania, dal magazziniere al portiere di notte, fino allo spaccio di droga e al furto, «un commercio che obbedisce alle stesse fottute regole di mercato». Trevisan racconta gli anni Settanta schiacciati tra politica ed eroina, cui sembra essere sopravvissuto quasi per caso, la storia di un matrimonio e della sua fine, le contraddizioni del mondo della cultura - dove per ironia della sorte la frase piú ripetuta è «non ci sono soldi», la stessa che gli propinava il padre - e la sofferenza psichica, il percorso pieno di deragliamenti di un ragazzo destinato a fare lo scrittore.


Titolo e contributi: Works / Vitaliano Trevisan

Pubblicazione: Torino : Einaudi, 2016

Descrizione fisica: 656 p. ; 22 cm

Serie: Einaudi. Stile libero Big

ISBN: 978-88-06-20806-6

Data:2016

Lingua: Italiano (lingua del testo, colonna sonora, ecc.), Italiano (lingua dell'opera originale)

Paese: Italia

Nomi: (Autore)

Soggetti:

Classi: 853.92 Narrativa italiana. 2000- [22] 858.9203 Miscellanea italiana. 2000-. Diari, ricordi, taccuini [23]

Dati generali (100)
  • Tipo di data: monografia edita in un solo anno
  • Data di pubblicazione: 2016
Testi (105)
  • Genere: fiction

Sono presenti 3 copie, di cui 0 in prestito.

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Lavorare per guadagnarsi da vivere e non per realizzare se stessi è un pensiero che suona strano oggi, figurarsi quanto stonato poteva suonare prima della crisi e in una città come Vicenza, dove per fare i soldi bastava convertire il granaio in fabbrichetta o, se non si aveva capitale, mettersi sul mercato. A quell’epoca a Vicenza c’erano le industrie, gli orafi, i soldi e tanta voglia di darsi da fare, di migliorare la propria posizione sociale, di spendere. Che quello non fosse il migliore dei mondi possibili Vitaliano Trevisan, però, lo capisce presto anche se gli ci vorrà del tempo per trasformare il fastidio, pur se profondo, in disobbedienza.
Dopo un inizio di carriera promettente, il nostro eroe - e lo dico senza ironia - decide coscientemente di non lavorare più in ufficio, chiuso tra quattro pareti e ingabbiato da logiche aziendali indiscutibili anche se sbagliate. Si ritrova così a fare i mestieri più disparati mentre, nel tempo libero, cerca di dedicarsi a quella che fin da giovane gli appare come l’unica via d’uscita: la scrittura. La narrazione segue il suo percorso professionale dal 1976 al 2002, inglobando tutto quello che incontra per strada, dagli effetti di un acido stellina ai problemi di produzione delle ante da cucina, dalla preparazione della malta al progetto di un distretto del vizio sulla Vicenza-Verona. Il risultato è l’affresco di una società brutta come i suoi capannoni, tirati su in fretta e altrettanto in fretta abbandonati, una pastorale del nordest popolata da personaggi privi di spessore: “mas'ci” (maiali in vicentino) dall’alito pesante gli uomini, erinni prepotenti le donne, soprattutto quelle che non dovrebbero esserlo: madri, sorelle, mogli. Rare le eccezioni.
Un libro impegnativo sia per l’autore che ci mette la faccia, duro e puro contro tutti, sia per il lettore che di questo scritto deve stare attento a non perdersi niente, neanche le digressioni. Un libro che si distacca da tanta letteratura odierna: ben costruita, pulita, non una virgola fuori posto, riconoscibile ed etichettabile, prefabbricata, antisismica.

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