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The cello suites
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Disco (CD)

Bach, Johann Sebastian

The cello suites : inspired by Bach / Yo-Yo Ma

[New York] : Sony classical, 1997

Mélodies
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Disco (CD)

Berlioz, Hector - Berlioz, Hector

Mélodies = Songs = Lieder / Hector Berlioz ; Françoise Pollet, Anne Sofie von Otter, John Aler, Thomas Allen, Cord Garben

Hamburg : Deutsche Grammophon, 1994

Messe in h-moll
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Disco (CD)

Bach, Johann Sebastian - Bach, Johann Sebastian

Messe in h-moll = Mass in B minor = Messe en si mineur / Johann Sebastian Bach ; Stader ... [et al.] ; Karl Richter

Hamburg : Archiv Produktion, 1989

Galleria

Piano sonatas opp. 22, 26, 53
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Disco (CD)

Beethoven, Ludwig : van - Beethoven, Ludwig : van - Beethoven, Ludwig : van

Piano sonatas opp. 22, 26, 53 / Ludwig van Beethoven ; Maurizio Pollini

[Hamburg] : Deutsche Grammophon, 1998

Fantasias on operas by Rossini
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Disco (CD)

Thalberg, Sigismund

Fantasias on operas by Rossini / Sigismond Thalberg ; Francesco Nicolosi, piano

[Munster] : Naxos, 2002

La chiave nella porta
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Libri Moderni

CARDINAL, Marie

La chiave nella porta / Marie Cardinal

Milano : Bompiani, 1979

Chiedo scusa se vi parlo di Sarajevo
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Libri Moderni

Vešović, Marko

Chiedo scusa se vi parlo di Sarajevo / Marko Vešović

Milano : Sperling & Kupfer, 1996

Abstract: Storie di vita quotidiana su cui incombe la tragicità di una situazione estrema e da cui emerge la rabbia di chi subisce e vede subire delle atrocità da coloro che un tempo erano fratelli: protagonisti sono lo stesso Vešović, i suoi amici, gli abitanti della città che lo fermano per strada per raccontargli le proprie esperienze. Ma le pagine più belle sono quelle in cui i fatti della quotidianità sono tratteggiati con ironia e semplicità, con la capacità di raccontare un apparente paradosso: la normalità durante e nonostante la guerra.

Camice matto
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Libri Moderni

Andreoli, Vittorino

Camice matto / Vittorino Andreoli

Milano : Rizzoli, 1995

La capacità di soffrire
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Libri Moderni

Böll, Heinrich

La capacità di soffrire : scritti e discorsi 1983-1985 / Heinrich Böll

Pordenone ; Studio Tesi, 1990

Collezione Biblioteca ; 95

Carlo E. Gadda
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Libri Moderni

Gadda, Carlo Emilio

Carlo E. Gadda / Adriano Seroni

3a ed

Firenze : La Nuova Italia, 1973

\Il \\castoro ; 36

Carlo Zambonini
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Libri Moderni

Anglisani, Gianni

Carlo Zambonini / visto da Gianni Anglisani... [et al.]

Gradisca d'Isonzo : [Ripellino], stampa 1984

Cecoslovacchia Ungheria
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Libri Moderni

Lugani, Valerio

Cecoslovacchia Ungheria / a cura di Valerio Lugani e Roberto Mercatali

Milano : Aristea, c1970

Tuttilmondo. Enciclopedia degli Stati

Godsdog
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Disco (CD)

DE-PHAZZ

Godsdog / De-Phazz

[Mannheim] : Mole listening pearls, 2002

Abstract: De-Phazz è un progetto musicale che ruota intorno alla figura poliedrica di Pit Baumgartner, DJ, musicista di varietà e produttore di spettacoli radiofonici e televisivi per bambini. E' a Berlino, nel 1997, che dà vita alla creatura musicale De-Phazz, con l'intento di mescolare jazz, sonorità downtempo anni '50 e club music. Il progetto non assume i contorni classici della band, ma si avvale nel corso degli anni di vari membri/collaboratori più o meno fissi: il cantante jazz Karl Frierson, Barbara Lahr, anch'essa voce jazz, il trombonista Otto Engelhard, i percussionisti Roy Randolph e Jan Friede, e infine la cantante gospel Charity D. Sanders. Il disco d'esordio, "Detunized Gravity", esce nello stesso anno. Ad esso seguono "Godsdog" (1999), "Death By Chocolate" (2001), "Daily Lama" (2002) e "Natural Fake" (2005), tutti lavori con i quali Baumgartner e soci rivisitano con originalità e raffinatezza i territori del jazz e della soul music.

The War of the Worlds / by H.G. Wells
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Libri Moderni

Wells, H. G.

The War of the Worlds / by H.G. Wells

Oxford [etc.] : Oxford University Press, c1972

Das Zeichen der Venus : roman / Sarah Dunant ; ins deutsche übertragen von Angelika Beck
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Libri Moderni

DUNANT, Sarah

Das Zeichen der Venus : roman / Sarah Dunant ; ins deutsche übertragen von Angelika Beck

Bergisch Gladbach : BLT, 2006

Copertina
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Disco (CD)

Ramones <gruppo musicale>

Ramones [Audioregistrazione] / Ramones

Warner Bros, 2001

Abstract: Anno di uscita : 1976 br br The Ramones è il primo album del gruppo punk americano Ramones, pubblicato nel 1976. br Dopo aver firmato per la Sire Records nella primavera del 1975, la band iniziò la registrazione del suo primo album nell'inverno dello stesso anno. La registrazione venne effettuata molto in fretta e con un budget molto basso (6.200 dollari). L'album fu registrato alla stregua dei primi lavori di band come i Beatles ed i Cream, cioè con la chitarra su un canale ed il basso sull'altro, mentre la batteria venne registrata su entrambi i canali. Per questa sua caratteristica l'album non ebbe un grosso riscontro presso i disc jockey delle radio americane, raggiungendo solo la posizione numero 111 della classifica pop di Billboard. Di contro, i Ramones saranno indicati come i "padrini" del punk rock, e il loro album di esordio come un disco di grande influenza sulle band che seguiranno le loro orme. Nel 2003 l'album si posiziona al numero 33 della classifica dei 500 migliori album redatta dalla rivista Rolling Stone.

Tea For the Tillerman
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Disco (CD)

Stevens, Cat

Tea For the Tillerman / Cat Stevens

[S.l.] : Island, 2000

Island Masters

Abstract: Tracce: 1. Where Do the Children Play?; 2. Hard Headed Woman; 3. Wild World; 4. Sad Lisa; 5. Miles from Nowhere; 6. But I Might Die Tonight; 7. Longer Boats; 8. Into White; 9. On the Road to Find Out; 10. Father and Son; 11. Tea for the Tillerman

Senza vergogna
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Libri Moderni

Barzaghi, Ursula

Senza vergogna : piccola guerra privata contro l'AIDS / Ursula Barzaghi

Roma : Edizioni e/o, 1996

Tascabili ; 81

Abstract: La storia di una madre che scopre la sieropisitività del figlio e con lui affronta la paura, la sofferenza e il dolore, ma anche l'isolamento e la vergogna. Madre e figlio insieme riescono, con il loro amore e la loro forza, a vincere l'insicurezza dei famigliari, l'ostilità degli altri e l'indifferenza del mondo, trasformando una tragedia in una storia di solidarietà e amore.

Copertina
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Disco (CD)

Cohen, Leonard <1934-2016>

Songs of love and hate [Audioregistrazione] / Leonard Cohen

Sony Music, [1971]

Abstract: Stanare i fantasmi dalla mente umana, costringerli a lasciare i loro nascondigli più oscuri per uscire allo scoperto, in modo da poterli fissare in ritratti musicali minuziosi, spietatamente realistici, senza accarezzare le gobbe, senza tralasciare i particolari più orribili. Anche questa è un’arte, e tutt’altro che facile, a cominciare proprio dalla tecnica da usare. C’è chi pensa che per sondare il lato perverso del nostro animo basti un pittoresco kit di simboli diabolici (cadaveri più o meno decomposti, croci più o meno celtiche, 666 e altre amenità), il tutto accompagnato dal fracasso di chitarre distorte, urli bestiali e batterie impazzite. Non credo sia la strada giusta, e del resto Oscar Wilde nel suo spassoso racconto “Il fantasma di Canterville” ci ha insegnato che gli spiriti odiano il rumore e lo fuggono. E’ più probabile che ad attirarli sia il suono di una voce cavernosa, dolcemente stanca e disillusa, insieme a quello di una chitarra che accompagna con scarni, mesti accordi da campana a morto. Ma anche questo non basta. Manca ancora la condizione più importante: che questa voce appartenga ad un poeta. Leonard Cohen lo è, sia nel senso letterale (o letterario), sia come autore di testi tra i più espressivi e profondi che siano mai stati musicati. E il suo terzo album, “Songs Of Love And Hate” (1971) non fa eccezione, anzi si può dire che rappresenti il fondo del suo tormentato scavo psicologico, il luogo più pericolosamente vicino al punto di non ritorno della disperazione totale. L’album “nero” del grande poeta canadese è una galleria sconcertante di situazioni umane degradate, tanto che perfino l’unica eroina presente, Giovanna D’Arco (“Joan Of Arc”) lo è solo di nome. In realtà è una donna ormai rassegnata, stanca della guerra e vittima del ruolo fin qui avuto, stanca perfino della vita, che in un ultimo impeto di vitalità si concede al fuoco con la stessa passione con cui darebbe ad un amante. Siamo lontani da quella tragedia dei sensi che travolge la “Nancy” del disco precedente, e ancora di più da quei colori vivi e indelebili che rendono affascinante la figura dell’ipersensibile “Suzanne” del disco di esordio. In ogni caso anche “Joan Of Arc”, come già le altre due icone femminili coheniane, colpì Fabrizio De André, che la seppe tradurre da par suo. Leonard Cohen sa trarre il massimo dalla sua strumentazione essenziale. Prendiamo l’inizio di “Avalanche” (“Valanga”): le corde della chitarra, pizzicate nervosamente, vibrano come i cavi elettrici di una ferrovia prima che arrivi il treno. Si crea un clima di fremente attesa, accentuata dal grave lamento degli archi, e finalmente più che soddisfatta dall’autentica valanga di confessioni e rimorsi che la dura voce di Cohen scarica sull’ascoltatore indifeso, fino ai versi finali, micidiali nel loro totale rifiuto di ogni commiserazione: “Non vestirti di stracci per me, so che non sei povero; e non amarmi tanto ferocemente, quando sai di non essere sicuro…”. Roba da turbare la sensibilità di un economista. Lo stesso pizzicato frenetico anima “Love Calls You By Your Name”, ma qui almeno il testo offre un qualche appiglio, proprio grazie al verso che fa da titolo (“L’amore ti chiama per nome”), un pallido ma inaspettato raggio di sole che chiude ogni strofa. Non è un caso che simili tremiti di chitarra faranno da sfondo prima al testo-confessione più toccante mai scritto da Fabrizio De André (“Amico fragile”), e molto più tardi al suo più apocalittico quadro del mondo attuale (“La domenica delle salme”). Ma ancora non abbiamo toccato l’abisso dell’infelicità. “Last Year’s Man” e “Dress Rehearsal Rag”, impietosamente poste in sequenza, ci riescono più volte. La prima è un’allucinante sequenza di immagini di sfacelo materiale e umano: “l’uomo dell’anno passato” vive in un luogo che è il simbolo stesso del suo degrado (“Il lucernario è come pelle di un tamburo che mai rattopperò”), e da qui ripassa lucidamente le tappe della sua rovina, senza muovere un dito per evitarla. All’inizio voce e chitarra ristagnano nella melma di lunghe note lamentose, poi la ballata si anima appena di quel tanto che basta per trascinarsi avanti in qualche modo. In “Dress Rehearsal Rag” la disperazione è ancora più pressante: la voce di Cohen sembra opporre all’infinita tristezza della musica una certa rabbia, ma con un’intonazione da brividi, che fa temere da un momento all’altro lo scoppio di un pianto inconsolabile. Come se non bastasse alla fine di ogni strofa c’è da fare i conti con la domanda retorica: “E’ o non è stato un lungo declino, uno strano declino?” mentre alla fine ci si scontra con l’agghiacciante verità che in fondo tutto questo declino non è altro che “una prova generale in stracci” di qualcos’altro, che inevitabilmente verrà… (“Allegria!”, direbbe Mike Bongiorno). Ci si riprende (relativamente) con “Diamonds In The Mine”, ibrido pre-waitsiano di reggae stravolto e cori spiritual, e “Sing Another Song, Boys”, immersa in un analogo clima di festa ubriaca e sgangherata, l’unica allegria che Cohen è capace di offrirci. Ma la “canzone d’amore e d’odio” per eccellenza è “Famous Blue Raincoat”. L’immensa tenerezza del suo bellissimo tema cantabile riesce a squarciare per un po’ il velo nero e lugubre che copre gran parte del disco. Sotto il “famoso impermeabile blu”, naturalmente “lacerato alla spalla”, si nasconde un amico-nemico, traditore e tradito, al quale Leonard Cohen, in una insonne notte di dicembre, scrive forse la lettera più sincera e appassionata che sia mai stata messa in musica. I due amici-nemici hanno alle spalle e in comune un intenso rapporto con la stessa donna, ma almeno Leonard è così sopraffatto dal peso di quei lontani ricordi da non sapere se l’ex amico (“fratello mio, assassino”) gli manca, da non essere in grado di perdonarlo né di punirlo, ma soltanto di dirgli “se un giorno passerai da queste parti, per Jane o per me, voglio che tu sappia che il tuo nemico dorme; voglio che tu sappia che la sua donna è libera”, con lo stesso tono con cui traccia lo sfondo neutro della vicenda, una New York fredda ma piena di musica fino a notte inoltrata. Che dire ancora? Che gli unici a cui si può sconsigliare un capolavoro del genere, per ovvi motivi, sono i depressi. Per il resto solo un caldo invito a leggere i testi: con Leonard Cohen ne vale sempre la pena.

 PCD [CD] / The Pussycat Dolls
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Disco (CD)

Pussycat Dolls <gruppo musicale>

PCD [CD] / The Pussycat Dolls

[USA! : A&M, [2005!